La scoperta della penicillina e il preoccupante fenomeno dell’antibiotico-resistenza sono i protagonisti della quindicesima puntata di Voci in Agenda. Nel primo podcast ascoltiamo le storie degli uomini che hanno contribuito alla scoperta del primo antibiotico; nel secondo parliamo della crescente capacità dei batteri di resistere agli antibiotici.
1. Fleming, ma non solo
Quella della penicillina, il primo antibiotico naturale della storia, è una scoperta che ha letteralmente rivoluzionato il mondo della medicina e con esso la vita delle società umane. Eppure, quando Alexander Fleming descrisse alla comunità scientifica il potere antibatterico di una muffa che accidentalmente aveva contaminato una delle sue piastre Petri, venne letteralmente snobbato dai colleghi. L’anno è il 1929 e per dieci anni, tutti, tranne Fleming, sembrano dimenticarsi della “miracolosa” muffa del genere Penicillum, che tanto avrebbe fatto parlare di sé. A capire il potere rivoluzionario della scoperta del medico inglese, saranno solo nel 1940 il biochimico Ernst Chain, arrivato in Inghilterra per sfuggire alle persecuzioni naziste in Germania, e il medico australiano Howard Florey.
Ed è qui che la storia della medicina incontra quella con la S maiuscola. Perché sono proprio Chain e Florey a isolare la sostanza pura, la penicillina appunto, uno degli scogli che Fleming non era riuscito a superare. E lo fanno praticamente quando l’invasione dell’Inghilterra da parte dei nazisti incombe. Il racconto di Lara Rossi di come i due salvano la penicillina mentre sono in fuga dai laboratori dell’Università di Oxford ricorda da vicino la scena di un film. Fortunatamente la Germania di Hitler non riuscirà a invadere l’isola e la storia dei tre scienziati avrà il più glorioso dei lieto fine nel 1945, quando, pochi mesi dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Fleming, Chain e Florey riceveranno il Premio Nobel per la Medicina. Inaugurando di fatto l’era degli antibiotici, i farmaci che negli ultimi 80 anni hanno salvato la vita a centinaia di milioni di persone.
2. Resistenza agli antibiotici, informazione e ricerca
L’antibiotico-resistenza è una pandemia silenziosa perché causa un numero impressionante di decessi che in qualche modo restano sotto traccia.
L’intervista ad Antonia Ricci, direttrice generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, si apre con queste parole. Le stime dei decessi dovuti alla mancata efficacia degli antibiotici contro i microrganismi patogeni, che appunto prende il nome di anibiotico-resistenza, parlano di un milione e 200 mila morti all’anno. Numeri allarmanti di un fenomeno in crescita che, non a caso, è al centro della lente d’ingrandimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Ma perché i batteri sono sempre più resistenti agli antibiotici? Si tratta di un fenomeno che sperimantiamo solo noi oppure che colpisce anche gli allevamenti? E soprattutto che cosa possiamo fare per provare a contrastarlo? Queste sono le domande al centro della nostra chiacchierata con Antonia Ricci. Al termine della quale capiamo quanto sia importante sostenere la ricerca per lo sviluppo di nuove sostanze, ma soprattutto la promozione di un uso più consapevole di quelle che abbiamo già a disposizione. Lo stesso monito che Alexander Fleming lanciò nel 1945 dopo aver ricevuto il Nobel per la scoperta della penicillina:
Verrà probabilmente il giorno in cui tutti potranno acquistare la penicillina in negozio. Ignorando i rischi, chiunque potrà assumere dosi troppo basse, esponendo i microbi dei quali è portatore a quantità non letali di farmaco e rendendoli così resistenti a esso. [...] Se usate la penicillina, usatela in dosi adeguate.