La storia dei satelliti artificiali in orbita intorno alla Terra e la presenza di rifiuti spaziali sono i protagonisti della diciottesima puntata di Voci in Agenda. Nel primo podcast ascoltiamo come e perché, a partire dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento, i cieli si sono popolati di oggetti orbitanti; nel secondo parliamo dell’aumento dei rottami di varia grandezza che orbitano intorno al nostro pianeta mettendo sempre più a rischio satelliti e spedizioni spaziali.
1. C’era una volta lo Sputnik
La Stazione Spaziale Internazionale, meglio nota come ISS, è oggi, con ogni probabilità, il satellite artificiale più noto al mondo. Si tratta di un vero e proprio laboratorio scientifico che orbita a una velocità di 28 mila chilometri orari a 400 chilometri dalla superficie terrestre.
La ISS è visibile a occhio nudo dalla Terra e se volete sapere quando passerà sopra le vostre teste non dovete fare altro che scaricare sul vostro smartphone ISS Detector, la app che in tempo reale vi informa, tra le altre cose, sulla posizione della stazione spaziale.
Alla fine degli anni Cinquanta, una app che consentisse a tutti di sapere dove di trovassero i satelliti orbitanti non era soltanto pura fantascienza, ma sarebbe stata inconcepibile. Quando nel 1957 l’Unione Sovietica lancia nello spazio lo Sputnik, il primo satellite artificiale della storia, siamo infatti in piena Guerra Fredda. Così se aveva senso sbandierare al mondo intero l’impresa spaziale, non avrebbe avuto alcun senso fornire in tempo reale a tutti, in particolare agli Stati Uniti, i dettagli del proprio primato tecnologico.
Il lancio dello Sputnik rappresenta l’inizio della conquista dello spazio da parte delle agenzie spaziali e non può che essere anche l’inizio del racconto appassionante di Lara Rossi, che ripercorre le tappe fondamentali di una storia che oggi vede tra i suoi protagonisti anche colossi privati di tecnologia e comunicazione e una costellazione vastissima di satelliti, che ruotano senza sosta sopra le nostre teste.
2. Spazzatura spaziale
Se avete già scaricato la app per sapere dove si trova in questo momento la ISS, magari siete interessati al monitoraggio di oggetti orbitanti e forse potrà incuriosirvi un’altra app che, tra le altre cose, vi consente di visualizzare in realtà aumentata la costellazione di rifiuti spaziali di varia grandezza che gira sopra le nostre teste. Questa app si chiama Sorvegliati Spaziali ed è sviluppata dall’Istituto Nazionale di Astrofisica – INAF.
Ma che cosa si intende per rifiuti spaziali? Quanti sono? E perché rappresentano un problema? Ne abbiamo parlato con Patrizia Caraveo, che è stata dirigente di ricerca proprio all’Istituto Nazionale di Astrofisica. Abbiamo così scoperto che i detriti provenienti da vecchi satelliti e lanciatori minacciano le strumentazioni attualmente in uso, che esistono veri e propri programmi di difesa contro i rifiuti spaziali in orbita e che è stata pensata per questi oggetti ormai privi di funzione addirittura un’«orbita cimitero».
La Stazione Spaziale Internazionale fotografata nel corso della missione STS-133 (immagine: NASA via Wikipedia)