L’incredibile parabola del glifosato nel mondo agronomico e la sostenibilità ambientale dei pesticidi in ambito agricolo sono i protagonisti della tredicesima puntata di Voci in Agenda. Nel primo podcast ascoltiamo la storia dell’erbicida più noto e usato al mondo, che ha prima rivoluzionato la produzione agricola, poi attirato critiche feroci; nel secondo, tra luci e ombre, parliamo dell’impiego dei prodotti chimici in agricoltura, puntando lo sguardo sui rischi a cui espongono gli ecosistemi agricoli e non solo.
1. Da erbicida dei miracoli a sorvegliato speciale
Quella del glifosato è la storia di un potente erbicida, che racconta in modo esemplare il rapporto che si instaura tra scienza e società a partire dalla seconda metà del Novecento. È infatti una storia che parla di innovazione e di un risultato scientifico straordinario, che ha letteralmente rivoluzionato il mondo dell’agricoltura. Ma è anche una storia che si interseca con la nascita dell’ambientalismo moderno, l’avvento del principio di precauzione, gli enormi profitti di una big company agroalimentare come la Monsanto e la nascita delle biotecnologie in campo agronomico. È dunque una storia di scienza paradigmatica della contemporaneità, perché ha grandi risvolti economici, sociali e ambientali.
Questo caleidoscopio di temi che ruotano intorno al successo del glifosato emerge molto bene dal racconto di Lara Rossi. Che ricostruisce fedelmente la parabola di un prodotto finito sotto la lente di ingrandimento all’inizio degli anni Duemila, quando alcuni dati di monitoraggio ambientale evidenziano la sua presenza nel suolo, nelle acque superficiali, negli alimenti e persino nell’aria. Così quello che era da tutti considerato l’erbicida ideale entra nel mirino delle autorità sanitarie europee, che decidono di avviare valutazioni periodiche sulla sua sicurezza. Valutazioni che giungono fino ai nostri giorni e che hanno portato a settembre 2023 la Comunità Europea ad approvare l’uso del glifosato per altri 10 anni, sebbene con alcune importanti restrizioni.
2. Agricoltura, pesticidi e sicurezza ambientale
Nel 1962 esce negli Stati Uniti Primavera silenziosa, un saggio della zologa Rachel Carson che documenta i pericoli derivanti dall’abuso di insetticidi, come ad esempio il DDT. Il proposito della scienziata-scrittrice non è quello di bandire questi prodotti; l’opera è piuttosto una ferma esortazione a monitorare le conseguenze del loro utilizzo non solo sugli ecosistemi agricoli, ma anche sulla salute animale e umana. Il libro è oggi considerato una pietra miliare dell’ambientalismo moderno perché è un invito a prendere coscienza dei rischi associati all’impiego di sostanze chimiche in agricoltura e in qualche modo segna la nascita della tossicologia ambientale.
Proprio di pesticidi e di come oggi la ricerca riesce a garantire un loro impiego sicuro per l’ambiente e gli esseri viventi abbiamo parlato con Alessandra Roncaglioni, a capo del laboratorio di Chimica e Tossicologia dell’ambiente dell’Istituto Mario Negri. È stata l’occasione per riflettere sulla sicurezza ambientale e gettare lo sguardo verso le strategie da adottare per garantire cibo sicuro a una popolazione mondiale che nei prossimi anni è destinata ad aumentare.