Che cos'è un disinfettante
Già durante i primi giorni della pandemia sono apparsi manifesti che spiegavano come lavarsi le mani, i disinfettanti sono scomparsi dai banconi dei supermercati e sono diventati uno degli argomenti più comuni nelle discussioni. Proviamo allora a capire meglio che cosa sono i disinfettanti e perché meritano attenzione in questo momento. Un disinfettante è un qualunque agente chimico o fisico capace di ridurre drasticamente la presenza di batteri, funghi e virus dalle superfici sulle quali viene applicato.Denaturare le proteine
Avete mai versato del comune alcol etilico su un uovo crudo? Beh, provate. Osserverete che, mescolando alcol e uovo, l’albume diventa bianco proprio come accade quando lo cuocete in padella. A contatto con l’alcol o durante la cottura, l’albume cambia colore perché le proteine subiscono una trasformazione chimica: si denaturano. Denaturare una proteina significa modificarne la struttura tridimensionale, rompendo le forze intermolecolari e intramolecolari che ne costituiscono l’impalcatura. Anche se i legami covalenti della molecola non vengono modificati, la proteina perde la sua funzione originaria. La denaturazione delle proteine è una delle strategie attraverso cui i disinfettanti agiscono contro virus, batteri e funghi.Inattivare i virus
Come abbiamo imparato in questi giorni, un virus è una specie di chiavetta USB della biologia: un contenitore proteico, detto capside, che racchiude un’informazione genetica, cioè un filamento di acido nucleico (RNA o DNA) nel quale sono “scritte” le informazioni necessarie per produrre una copia esatta del virus stesso. Come il computer è in grado di leggere i file contenuti nella chiavetta, così una cellula è attrezzata per leggere il materiale genetico e per eseguire le istruzioni in esso contenute: una cellula infettata da un virus si trova così a produrre tantissime copie del virus stesso, capside incluso. La chimica, attraverso i disinfettanti, ci aiuta a inattivare i virus distruggendo il contenitore della chiavetta USB virale, il capside.Strategie di disinfezione
Per inattivare un virus come il SARS-CoV-2, quindi, esistono diverse strategie:- “Smontare” il capside: il disinfettante può denaturare le proteine di cui è costituito il capside causandone la coagulazione, come nel caso della cottura. Agiscono in questo modo tutti gli alcoli e i fenoli. Queste molecole hanno un gruppo funzionale idrossilico, –OH, in grado di creare efficacemente legami a idrogeno con gli amminoacidi che costituiscono le proteine. Questi nuovi legami scalzano i legami ad idrogeno preesistenti tra gli amminoacidi, distruggendo la struttura tridimensionale delle proteine.
- “Distruggere” il capside: il disinfettante può attaccare gli amminoacidi di cui le proteine sono composte non solo distruggendone la struttura tridimensionale, ma anche rompendo i legami covalenti che formano la molecola. Agiscono in questo modo composti molto ossidanti, come l’acqua ossigenata (H2O2), l’ipoclorito di sodio (la comune candeggina, NaClO), l’anione permanganato (MnO4–), lo iodio e il cloro.
N.B. Anche tutte le sostanze corrosive (acido solforico, acido cloridrico, soda caustica, calce viva, ecc.) possono distruggere il capside, con lo spiacevole effetto collaterale di distruggere anche le superfici che trattiamo con esse. Questo approccio è fortemente sconsigliato! Tuttavia, non tutti i virus sono uguali. Il SARS-CoV-2, in particolare, è un virus “inviluppato”: ovvero il capside proteico è circondato da una membrana fosfolipidica, detta pericapside. Questo virus, quindi, si può inattivare anche distruggendo la membrana fosfolipidica.
- Agire sulla membrana: le membrane fosfolipidiche sono costituite da molecole particolari, che hanno una parte idrofila e una parte idrofoba. In ambiente acquoso queste molecole si raggruppano tra loro esponendo le parti idrofile all’acqua e tenendo vicine tra loro (e lontane dall’acqua) le parti idrofobe. Qualunque altra molecola che abbia questa stessa caratteristica, detta “anfifilia”, può interferire con la struttura di queste membrane, sfaldandole dall’interno. Agiscono così i composti cationici di ammonio quaternario, rappresentabili con la generica formula R4N+ (un atomo di azoto cui sono legati quattro gruppi funzionali organici). La carica positiva in questi cationi è tutta sull’atomo di azoto, che quindi agisce da parte idrofila e le “code” organiche sono invece idrofobe. I “quats” (il nome generico che raggruppa tutti questi composti) agiscono quindi come tensioattivi: disgregano la membrana e rendono il virus incapace di riconoscere e attaccare le cellule ospiti, pur non denaturando la proteina).