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Un lavoro spaziale (senza andare nello spazio)

Facciamo una panoramica degli impieghi nel settore aerospaziale, indicando prospettive, profili richiesti, opportunità di stage e indirizzi utili

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Quando si parla di lavori collegati allo spazio, la prima immagine che viene in mente è quella di un astronauta. Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e i loro colleghi sono inevitabilmente i volti più noti del settore spaziale. Dietro le loro missioni e più in generale dietro ogni tipo di attività che impone di andare fuori dall’atmosfera c’è però l’impegno di migliaia di persone con professionalità diverse. È un settore in grande crescita, dove si possono trovare numerose opportunità altamente qualificate senza dover necessariamente indossare una tuta e un casco e farsi lanciare in orbita.

Razzi, satelliti e molto altro ancora

Innanzitutto è bene precisare che l’esplorazione umana, per quanto importante e affascinante, è solo una parte del quadro generale e che quando si parla di economia dello spazio non ci si riferisce solo alla produzione di razzi, sonde e satelliti e alla gestione delle missioni spaziali. La space economy comprende anche i tantissimi servizi che ci arrivano dallo spazio, dal posizionamento satellitare alle connessioni internet fino all’osservazione della Terra, ad esempio per la meteorologia o per attività di protezione civile.

Alla space economy abbiamo dedicato un ricco approfondimento scritto da Stefano Dalla Casa che puoi trovare qui.

I profili richiesti

I profili richiesti sono svariati, con una prevalenza ovviamente nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics). Si va dagli ingegneri aerospaziali, meccanici, elettronici e dei sistemi che progettano gli oggetti da mandare in orbita fino ai tecnici che li costruiscono, dagli informatici che si occupano dei software e della gestione degli enormi flussi di dati provenienti dai satelliti fino agli specialisti delle telecomunicazioni, dai matematici agli esperti di materiali adatti a resistere alle condizioni estreme dello spazio.

Inoltre le missioni scientifiche sono ideate e gestite anche da ricercatori di ogni tipo, dagli astrofisici che studiano l’universo ai medici che cercano di capire quali sono gli effetti della microgravità sul corpo umano. Anche se in numero inferiore, è poi necessario personale specializzato in economia, diritto e risorse umane per la gestione delle attività amministrative e giornalisti che si occupino degli uffici stampa e della comunicazione.

Le agenzie spaziali

Per chi vive in Italia e desidera lavorare in questo settore, i principali riferimenti istituzionali sono innanzitutto l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea. L’ASI ha il quartier generale a Roma e basi anche a Matera, a San Basilio in provincia di Cagliari e a Malindi in Kenya. L’organico è composto da circa 450 persone e dovrebbe essere ampliato nei prossimi anni.

Il sito web dell’ASI ha una pagina dedicata ai bandi per le nuove assunzioni che puoi trovare qui.

L’ESA dà invece lavoro a circa 2700 persone, principalmente nelle sue otto sedi in Europa e anche in alcune altre strutture in giro per il mondo, a partire dallo spazioporto di Kourou in Guyana Francese. A Frascati, vicino a Roma, si trova l’ESRIN, il suo centro specializzato nell’osservazione della Terra dallo spazio. Ai dipendenti è richiesta la cittadinanza di uno fra 29 Paesi membri o cooperanti, fra i quali c’è ovviamente anche l’Italia, e un’ottima conoscenza dell’inglese e/o del francese. La maggior parte delle riunioni si svolge in inglese. Per gran parte degli incarichi è necessaria la laurea e per alcuni serve anche il dottorato. La tabella seguente raccoglie i profili professionali dei dipendenti dell’ESA.

Profilo

Percentuale sul totale dello staff

Ingegneria

61,85%

Scienza

5,86%

Business e amministrazione

32,41%

Tutti gli annunci di lavoro all’ESA vengono pubblicati in questa pagina web.

In Europa è operativa con compiti sempre più rilevanti anche l’EUSPA, l’Agenzia dell'Unione Europea per il Programma Spaziale. Ha la sede centrale a Praga e si occupa di programmi strategici per l’UE come il sistema di navigazione satellitare Galileo, del monitoraggio degli oggetti in orbita e dello sviluppo dei servizi e delle applicazioni derivanti dalle tecnologie e dalle missioni spaziali europee, compreso il programma di osservazione della Terra Copernicus. Poiché una componente fondamentale della sua mission è favorire lo sviluppo dei servizi e la crescita delle imprese che utilizzano i dati spaziali, una quota consistente di dipendenti ha una formazione in ambito economico e amministrativo.

Le posibilità di impiego all’EUSPA sono pubblicate in questa pagina web.

Uno stage spaziale

Per chi sta ancora studiando, un buon modo per avvicinarsi a questo mondo è costituito dagli stage. L’Agenzia Spaziale Europea ha un programma dedicato a chi sta frequentando l’università e offre la possibilità di fare esperienze di durata compresa fra tre e sei mesi. Altre opportunità per fare esperienza sono offerte a giovani laureati.

Anche l’Agenzia Spaziale Italiana offre periodicamente la possibilità di effettuare dei periodi di praticantato presso le sue strutture. Nei mesi scorsi ad esempio sono stati accolti quattro studenti universitari membri dello Space Generation Advisory Council, mentre altri stage sono stati messi a disposizione degli studenti della SIOI, la Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale. Il focus, in quest'ultimo caso, è soprattutto sulla cosiddetta Space Diplomacy, cioè il valore strategico delle attività spaziali nel favorire le relazioni fra diversi Paesi. Come altre agenzie dell'Unione Europea, anche l'EUSPA accoglie studenti per periodi di stage.

Il comparto privato

Nei prossimi anni a trainare le assunzioni sarà però soprattutto il comparto privato. Attualmente a livello globale la Space Economy vale circa 400 miliardi di dollari e si stima che possa arrivare a oltre 640 miliardi di dollari nel 2030 e a 1000 miliardi di dollari nel 2040. L’industria italiana ha una lunga tradizione e ha storicamente un ruolo di leadership in molti ambiti, basti pensare che circa metà del volume abitabile della Stazione Spaziale Internazionale è stato costruito negli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space, mentre a Campi Bisenzio, vicino a Firenze, Leonardo ha costruito i sensori di assetto stellare che permettono di orientarsi a centinaia di sonde e satelliti, compreso il telescopio spaziale James Webb. Si tratta solo di un paio di esempi in un elenco che potrebbe essere lunghissimo.

Secondo i dati diffusi a inizio dicembre al New Space Economy European ExpoForum svoltosi a Roma, il comparto italiano copre l’intera filiera. Nel settore sono attive oltre 300 aziende che danno lavoro a circa 8000 persone e il fatturato annuo è di circa 2 miliardi di euro. Considerando anche gli investimenti governativi, l’Italia si posiziona al terzo posto in Europa dopo Francia e Germania.

Alcuni progetti già in corso o in fase di studio fino a poco tempo fa sembravano idee adatte solo ai romanzi di fantascienza: dalla fabbricazione di materiali in orbita sfruttando le condizioni di microgravità ai satelliti per telecomunicazioni in orbita intorno alla Luna. Guardando al futuro, con ogni probabilità ci saranno quindi opportunità di lavoro anche in ambiti che oggi fatichiamo a immaginare. I percorsi possibili sono infiniti: con creatività, intraprendenza e fantasia è possibile costruirsi una strada verso le stelle anche rimanendo sulla Terra.

immagine di copertina: ESA