Dopo aver cacciato un colobo, gli scimpanzé ne condividono la carne, un comportamento che favorisce il mantenimento dei rapporti sociali anche più del grooming (Immagine: Roman M. Wittig / Taï Chimpanzee Project).
Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno raccolto e analizzato 79 campioni di urina provenienti da 26 scimpanzé selvatici della foresta di Budongo, in Uganda, entro un'ora dal pasto collettivo, con e senza condivisione. L’aumento significativo dei livelli di ossitocina in caso di condivisione è stato registrato indipendentemente dal fatto che i soggetti elargissero o ricevessero il cibo, che fossero imparentati o meno, che avessero rapporti affettivi, e che condividessero carne o altri tipi di cibo.
I meccanismi neurologici alla base di questo comportamento sono gli stessi che intervengono nella costruzione e nel rafforzamento del legame madre-figlio durante l’allattamento (infatti l’ossitocina stimola anche la secrezione del latte). Si pensa quindi che all’origine vi fosse l’esigenza di mantenere il legame anche dopo lo svezzamento. In seguito, l’evoluzione avrebbe favorito la condivisione del cibo per la formazione e il mantenimento di rapporti sociali con individui non imparentati.
In fondo, gli amanti della buona tavola l’hanno sempre saputo: mangiare in compagnia può essere molto gratificante e socialmente benefico. Non a caso l’etimologia latina della parola compagnia è com = con e panis = pane. Se poi il semplice pane si trasforma in arte culinaria degna del pranzo di Babette, non è difficile immaginare ampie ricadute psicologiche e sociali. Ai ricercatori manca solo la conferma scientifica: infatti stanno già pensando di misurare i livelli urinari di ossitocina, dopo un pasto condiviso, anche negli umani.
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La via del cuore negli scimpanzé passa per lo stomaco
Negli scimpanzé la condivisione del cibo sembra essere più importante del grooming per rinforzare i legami sociali.