Semi e coni fossili silicizzati di conifere provenienti dallo Utah. Il cono di sinistra è stato sezionato per mostrare la struttura interna, una pratica invasiva che le nuove tecnologie potrebbero rendere superflua (immagine: Botanical Society of America)
I fossili ben conservati degli organi riproduttori delle piante sono piuttosto rari, ma hanno un valore inestimabile per ricostruire la biodiversità, la distribuzione geografica e l’evoluzione dei vegetali. Ogni ritrovamento è un colpo di fortuna, e spesso si tratta di esemplari unici, troppo preziosi per rischiare tagli o altre tecniche di studio invasive.
Con la nuova tecnica, sono state ottenute immagini a raggi X simili a quelle utilizzate in campo medico, che hanno fornito sezioni virtuali dei campioni, senza mai tagliarli o danneggiarli in alcun modo. Queste immagini sono state poi combinate per produrre una ricostruzione in 3D, e colorate artificialmente per evidenziare alcune strutture, come una fila di semi all'interno di un cono o i tessuti vascolari. Lo studio, insieme alle animazioni al computer e alla descrizione dettagliata delle immagini microCT, è liberamente accessibile nella rivista online Applications in Plant Sciences.
Coni fossili e recenti di araucarie sezionati in 2D dal microCT (A, D, G), e immagini 3D della spirale segmentata e dei loculi dei semi (B, C, E, F, H, I) (immagine: Botanical Society of America)
È stato anche possibile identificare i fossili come appartenenti a tre famiglie distinte: Pinaceae, la famiglia dei pini, Araucariaceae, conifere primitive che attualmente si trovano solo nell’emisfero australe, e Cheirolepidiaceae, una famiglia ormai estinta di conifere del Mesozoico.