Immagine: Urban Death Project
All'apparenza Urban Death Project sembrerebbe il classico l'uovo di colombo. Già da tempo, infatti, gli allevatori trasformano le carcasse del loro bestiame in ottimo compost, basta ricoprirle di segatura e altro materiale ricco in carbonio per accelerare il lavoro dei microorganismi. Nelle giuste condizioni il processo è molto rapido, e non ci sono ragioni per credere che non possa funzionare anche per gli esseri umani. Katrina Spade non affronta il problema degli inquinanti che si trovano nei nostri corpi (per esempio i metalli delle protesi), ma nel complesso sembra che la sfida più ardua sarà trovare il modo di realizzare l'opera in un contesto urbano e convincere le persone a elaborare il loro lutto in una maniera del tutto diversa. Una sfida non certo semplice per l'ambizioso architetto di Seattle, sia sotto il profilo tecnico che sotto quello culturale, ma il suo lavoro un giorno potrebbe cambiare le nostre città.
Le altre soluzioni "green"
L'idea di Katrina Spade per rendere la gestione dei cadaveri più sostenibile ha in realtà alcuni precedenti. La soluzione più simile è la cosiddetta sepoltura naturale, o "verde". Vietata in Italia ma piuttosto popolare in UK prevede che la salma, senza alcuna imbalsamazione, sia interrata in una bara fabbricata in materiale velocemente biodegradabile. Il cadavere in questo modo viene rapidamente decomposto, e non è necessario abbattere alberi di pregio per costruire una lussuosa bara.
Un'alternativa alla cremazione è invece in alcuni paesi l'idrolisi alcalina: è possibile liquefare un cadavere in poche ore scaldandolo alla temperatura di soli 180 °C, basta che questo avvenga ad alte pressioni e in presenza di una soluzione di acqua e idrossido di potassio. Nonostante questo processo impieghi meno energia rispetto alla cremazione, il macchinario necessario è molto costoso e anche per questo il procedimento non è molto popolare.
La soluzione più "fantascientifica" è stata proposta nel 2001 dalla biologa Susanne Wiigh-Masak. Con un procedimento di sua invenzione chiamato Promession sarebbe possibile trasformare rapidamente un corpo umano in compost in maniera totalmente automatizzata. Ogni cadavere andrebbe trattato con azoto liquido, in modo che poi possa essere facilmente disintegrato con le vibrazioni. Ciò che rimane sarebbe poi liofilizzato, analizzato per la presenza di contaminanti e poi trasferito in contenitori biodegradabili pronto per essere seppellito dai famigliari e finire di decomporsi naturalmente. Attualmente, però, l'idea di Susanne Wiigh-Masak è ancora sulla carta: Katrina Spade avrà più fortuna?
Immagine in apertura e immagine box: Urban Death Project
Alla ricerca di una sepoltura ecologica
Quale sarà il nostro impatto sull'ambiente quando non ci saremo più? Ecco qualche idea per una sepoltura più sostenibile.