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Ripensare la valutazione

La didattica a distanza ha imposto un cambio di paradigma nelle richieste didattiche e nell'interazione tra docenti e studenti. Vediamo quali strumenti digitali possono aiutare gli insegnanti nella valutazione e quali spunti sugli atteggiamenti dello studente emersi in questa emergenza potranno tornare utili quando si tornerà in classe
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«Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia le domande». Fà dire il fumettista Charles M. Schulz a Charlie Brown in una vignetta diventata virale. Mai frase è stata più attuale per noi docenti che ci troviamo di fronte alle nuove domande didattiche e metodologiche che una scuola (eventualmente o parzialmente) a distanza ci pone. E mai frase dovrebbe essere più attuale per quegli studenti che, a distanza, affrontano verifiche e interrogazioni circondandosi di bigliettini e post-it invisibili al docente a cornice della webcam o che navigano il web alla ricerca di risposte. Oppure, è successo anche questo, che organizzano un team di improvvisati suggeritori recuperati tra familiari e amici. Così appare chiaro che la valutazione in DDI o DAD può passare solo da un cambio di paradigma nelle richieste didattiche. Un cambiamento che può restare, come un’esperienza utile nonostante tutto, anche quando torneremo pienamente in presenza. In tutti e tre gli aspetti che vediamo qui in dettaglio:
  1. saperi degli studenti con progettazioni innovative di domande e test;
  2. competenze anche trasversali con l’uso di nuove rubriche valutative snelle e efficaci:
  3. sfera degli atteggiamenti con valutazioni continuative e informali.
Nella valutazione dei saperi possiamo fare riferimento al modello cognitivo DOK (Depth of Knowledge) che si pone come obiettivo, evidente nel nome inglese, di verificare la profondità della conoscenza. Ideato nel 1997 dallo scienziato Norman L. Webb, del Wisconsin Center for Education Research, il modello distingue quattro livelli di domande, invitandoci a non fermarci sui due livelli più bassi (domande su fatti, eventi o procedure e confronti semplici) in cui uno studente di solito sa la risposta oppure no. Per verificare la sua capacità di applicare ragionamenti, di usare la sua conoscenza con consapevolezza e profondità di pensiero occorre sperimentare l’intera gamma di possibilità. In particolare estendere le domande sui due livelli più alti che si occupano di indagare la capacità di argomentazione e ragionamento su problemi complessi (il pensiero strategico) e di collegamento trasversale e con la realtà con un contributo di analisi personale (il pensiero esteso).     Il consiglio è perciò di variare le  domande sui diversi obiettivi cognitivi: livello 1 - domande di tipo chi, cosa e quando abbinate a verbi quali elenca, identifica e definisci; livello 2 - domande di tipo come e perché abbinate a verbi quali riassumi, stima, organizza, confronta, classificare e inferisci; livello 3 - domande del tipo Come posso applicare in questo contesto? Perché questa procedura risolve (meglio)? Quali sono possibili risultati imprevisti? Abbinate a verbi quali analizzare, spiegare e supportare con prove, argomentare, generalizzare e creare; livello 4 - domande del tipo cosa pensi, senti, immagini su…? Cosa potrebbe succedere? Che impatto e influenze pensi possa avere? Cosa succederebbe se? Abbinate alla richiesta di fare previsioni, estendere le proprie (contro)argomentazioni, pianificare. Questo modello ci aiuta a valutare se lo studente è in grado di spiegare le sue risposte, di fornire soluzioni o di trasferire ciò che ha imparato nei contesti del mondo reale.
In questo video presente nel sito Idee per insegnare in digitale di Zanichelli Editore trovi alcune riflessioni su come strutturare le verifiche orali.
  Nella valutazione per competenze, focalizzata sulla capacità dello studente di trasferire le sue conoscenze in nuovi contesti e di concretizzarle nella realizzazione di un prodotto originale - di solito digitale - la difficoltà più grande resta sempre la progettazione e l’uso di rubriche di valutazione semplici e maneggevoli. Ci viene incontro con estrema semplicità e efficacia una nuova forma di rubrica, detta a punto singolo, che al posto delle numerose celle presenti nelle tradizionali rubriche olistiche e analitiche, riportate qui e qui nel caso di un esempio leggero di una colazione a letto presenta una sola colonna centrale di criteri declinati su un livello medio buono di prestazione. Le colonne di sinistra e di destra, a campi aperti, sono utili al docente per dare riscontri rispettivamente sui punti da migliorare e sui punti di forza presenti.   Va ricordato che una rubrica valutativa è innanzitutto uno strumento da condividere - o addirittura da progettare insieme - con lo studente. È un mezzo per evidenziare le aspettative che il docente ha nei confronti del compito dello studente. Per questo motivo non solo deve essere di facile produzione per il docente, ma anche e soprattutto di facile lettura per lo studente, con chiari e mirati feedback che lo orientino sui percorsi di miglioramento o di consolidamento da attuare. Diverse ricerche (riportate dall’esperta di didattica Jennifer Gonzalez nel suo blog da cui sono tratti questi esempi), dimostrano l’efficacia della rubrica a punto singolo nel miglioramento degli apprendimenti e delle prestazioni degli studenti.   Una variante sintetica della rubrica a punto singolo (“la versione rivisitata”) permette al docente di attribuire valutazioni numeriche (da 1 a 4 o da ‘livello base’ ad ‘avanzato’) raggruppando lo spazio per i feedback in un unico elemento finale. Ciò facilita la stesura dei riscontri e dei consigli formativi in un unico spazio più facile da redigere e più chiaro da leggere. Per tutti questi motivi questo nuovo tipo di rubrica merita sicuramente di essere sperimentata anche a distanza e nel caso di sviluppo dei temi trasversali dell’educazione civica e dell’Agenda 2030 che richiedono strumenti semplici di comunicazione e raccordo tra docenti di discipline diverse.
Per approfondire i temi trasversali alle varie discipline che toccano l'educazione civica e le tematiche della Agenda 2030, puoi consultare il sito che Zanichelli L'educazione civica per l'Agenda 2030, dedicato a questi argomenti di grande attualità.
  Infine, la valutazione della sfera degli atteggiamenti dello studente evidenzia gli aspetti motivazionali che la valutazione porta con sé. Molti di noi l’hanno usata informalmente nella didattica a distanza del primo e inaspettato lockdown, quando ci siamo trovati un po’ forzatamente a valorizzare gli approcci degli studenti alla lezione, la loro partecipazione attiva, l’attenzione, la capacità di fornire contributi personali e di consegne puntuali e curate. Tutti indicatori che di solito vengono valorizzati e incoraggiati a posteriori, a parole o con dei ‘più’ sul registro, e che invece sono diventati nel periodo di maggior emergenza criteri valutativi spesso concordati nei consigli di classe. Si è attuata così implicitamente e con molti casi di successo la raccomandazione dell’Unesco di attuare una valutazione continuativa, un mix di approcci sommativi e formativi che mira allo sviluppo dell’identità personale dello studente nella sua globalità, «attraverso la raccolta periodica e sistematica di informazioni relative ai progressi non solo nell’ambito cognitivo, ma anche in quello affettivo relazionale o psicomotorio. Prestando attenzione non solo sviluppo del pensiero ma anche a quello dei comportamenti o atteggiamenti, dei tratti della personalità, della motivazione e degli interessi degli studenti e alle loro capacità pratiche e produttive». La somma dei diversi tipi di valutazione prende il nome di valutazione diffusa.
Puoi approfondire i meccanismi della valutazione diffusa sul sito web Idee per insegnare in digitale, guardando due video dedicati all'argomento che trovi qui e qui.
Il digitale in questo discorso è a latere, permette di facilitare le valutazioni indicate con questionari rapidi e interattivi (quali Google Moduli o Microsoft Form) o di abbinare griglie di valutazione ai compiti digitali in classi virtuali (come in Google Classroom) o ancora di supportare l’autovalutazione e l’approccio per padronanza (come in ZTE Zanichelli) fornendo occasioni iterate di esercitazioni sui saperi fondamentali e sulle abilità irrinunciabili per garantire il raggiungimento di una soglia di conoscenza da parte dello studente. Perciò, parafrasando Charlie Brown, quando la vita, ci auguriamo presto, ci riproporrà le vecchie domande note, speriamo nel frattempo di aver raccolto e messo da parte tante buone nuove risposte.
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