Nel disegno il modello del sistema quantistico che si comporta come un monopolo magnetico: in particolare si tratta della simulazione di un monopolo magnetico nord, come si può osservare dalle linee di campo uscenti dal polo centrale isolato
(immagine: Ray, M. W., Ruokokoski, E., Kandel, S., Möttönen, M. & Hall, D. S. Nature 505, 657–660(2014))
Come si può immaginare, l’impresa degli uomini di Hall non è solo difficile da compiere, ma anche da raccontare. Semplificando molto le cose, la ricetta del gruppo statunitense è costituita da due fasi: nella prima fase gli atomi di rubidio (circa un milione) vengono portati a una temperatura di qualche miliardesimo di grado superiore allo zero assoluto, realizzando quello che si chiama condensato di Bose-Einsten (in questo caso di atomi di rubidio), cioè uno stato quantistico in cui gli atomi mostrano particolari comportamenti collettivi; nella seconda fase questo condensato viene letteralmente centrifugato, fino a quando gli spin degli atomi assumono una configurazione che simula l’orientamento spaziale del campo magnetico di un monopolo (che si può osservare nel disegno precedente).
È bene sottolineare subito che gli scienziati statunitensi non hanno creato un vero monopolo; il loro centrifugato quantistico non genera nello spazio circostante un campo magnetico: per intenderci, una calamita microscopica posta nelle sue vicinanze non risentirebbe di alcuna forza. Quello che Hall e colleghi hanno prodotto è invece un sistema quantistico che si comporta come se fosse un monopolo magnetico, obbedendo cioè alle equazioni previste da Dirac per i veri monopoli magnetici, che però in natura non sono stati ancora osservati in maniera isolata.
Nella riga più in alto si possono osservare le immagini della sezione del condensato di atomi di rubidio contraddistinta da una nube atomica che si estende verso l'esterno rispetto al centro, dove è confinato il monopolo di Dirac. Nella riga in basso, la descrizione del sistema in una simulazione realizzata al computer (immagine: Ray, M. W., Ruokokoski, E., Kandel, S., Möttönen, M. & Hall, D. S. Nature 505, 657–660(2014))
Il lavoro pubblicato su Nature è un esempio della cosiddetta quantum simulation, un campo di ricerca crescente nel quale si utilizza un sistema quantistico per modellarne uno che è più difficile da studiare in natura. Nel 2009, per esempio, un gruppo di fisici aveva osservato in un materiale cristallino chiamato «ghiaccio di spin» strutture atomiche assimilabili a monopoli magnetici: in quel caso però non era stato possibile studiarli individualmente, cioè come se fossero autentiche particelle isolate.
Il sistema quantistico creato da Hall e colleghi rappresenta così una palestra per studiare come si comporterebbe un vero monopolo magnetico, una particella che gli scienziati hanno cercato di rivelare non solo negli esperimenti con gli acceleratori, ma perfino nelle rocce e nei campioni di materiale lunare. E come ha affermato S. Möttönen, coautore dello studio, «anche se il nostro lavoro non ci consente ancora di provare che Dirac avesse ragione, ci lascia intendere che i monopoli magnetici dovrebbero realmente esistere».