Imitare la voce umana non sembra più essere prerogativa solo di alcuni uccelli, ma anche balene e delfini sono in grado di farci il verso. Secondo uno studio pubblicato su Current Biology infatti, pare che alcuni cetacei siano in grado di imitare piuttosto bene la voce umana.
A dimostrarlo sono state le pazienti registrazioni di un beluga, di nome Noc, che ha vissuto per 30 anni al National Marine Mammal Foundation di San Diego, in California. In altre occasioni sub e addestratori di parchi acquatici hanno testimoniato che delfini e balene riescono a imitare la voce umana, ma Noc è l’unico esemplare a essere stato registrato e studiato negli anni Ottanta da Sam Ridgway, a San Diego, e oggi questi file audio sono stati analizzati attentamente.
Alcune ottave più basse
Dalle analisi è emerso che effettivamente rispetto ai normali vocalizzi dei beluga queste parole prese in considerazione sono di diverse ottave più basse di frequenza e seguono un ritmo tipico del parlato umano. Rispetto all’uomo, che per parlare utilizza le corde vocali situate nella laringe, i beluga per la loro fonetica si basano soprattutto sulla variazione di pressione all’interno di alcune cavità nasali, come è ben spiegato da Wikipedia, insieme ad alcuni aggiustamenti muscolari per niente facili da ottenere.
Un forte impegno per comunicare
Insomma tentare di imitare le parole non deve essere stato tanto facile per Noc. Anche se il beluga è vissuto fino a cinque anni fa, dopo qualche anno ha smesso di imitate la voce umana. Secondo gli esperti con la maturazione sessuale il maschio del beluga potrebbe aver perso la capacità vocale di imitare l’uomo, forse come nel genere umano con la adolescenza si hanno dei cambiamenti nella voce. Oppure potrebbe aver deciso che la controparte umana non gli dava poi così tanta soddisfazione.
Finalità sconosciute di comunicazione
Non sapremo mai quali fossero le intenzioni di Noc nel tentativo di comunicare. «Le nostre osservazioni suggeriscono che la balena ha dovuto modificare gli usuali meccanismi vocali per riprodurre dei suoni simili al parlato», dice Sam Ridgway, «e questo suggerisce il fatto che ci fosse intenzionalità a creare un contatto». Quali fossero le intenzioni nel comunicare con l’uomo è difficile a dirsi, anche se alcuni etologi che studiano i cetacei vedono un atteggiamento simile alle balene che vivono in gruppo, le quali riproducono per imitazione i suoni delle compagne come segnale distintivo del gruppo stesso. La capacità e il repertorio vocale dei cetacei è infatti molto vario, pittoresco al punto di parlare di ‟canzoni delle balene”, come quelle del file audio qui sotto, tratto da un video del Museo dell’Antartide di Genova. Si dice infatti che nella mitologia il canto delle sirene non fosse altro il vocalizzo delle balene ripetuto, tipico per regione geografica nel periodo del corteggiamento, con hitparade che si diffondono negli oceani, come abbiamo già visto su Aula di Scienze.