Quando parliamo è come se un’intera orchestra di neuroni si attivasse nella nostra testa. Grazie a un nuovo studio pubblicato su Nature dall’Università della California, infatti, per la prima volta è stato possibile registrare in tempo reale l’attività della corteccia cerebrale durante l’articolazione di parole. I movimenti degli organi della fonazione, come la lingua e le corde vocali, sono regolati in maniera armonica dai neuroni, per produrre suoni precisi e complessi.
Fino a oggi era impossibile capire di preciso cosa avvenisse alla corteccia motoria durante una chiacchierata tra amici o una discussione. Sicuramente non era possibile utilizzare dei modelli animali per studiare il linguaggio, e gli unici esperimenti risalivano agli anni Quaranta, nei quali stimolazioni elettriche isolate a livello corticale erano servite per identificare le zone cerebrali che facevano muovere la lingua o la mandibola: contrazioni muscolari fine a se stesse. Ben diverso invece è il risultato ottenuto dal neurochirurgo Edward Chang e dai colleghi del UCSF Epilepsy Center di San Francisco, pubblicato oggi su Nature.
Armonizzare per semplificare
A tre persone epilettiche, alle quali era stata impiantata una rete di elettrodi sulla superficie della corteccia cerebrale come preparazione per un intervento, è stato chiesto di leggere diverse sillabe in inglese. La registrazione dell’attività della corteccia motoria, nella zona adibita a muovere gli organi della fonazione quali la lingua, le labbra, la mandibola e la laringe, ha messo in luce un'organizzazione spaziale con una gerarchia di attivazione, a tratti circolare, come un’orchestra di neuroni che si attivano in modo armonico. Secondo Kristofer Bouchard, tra gli autori dello studio, questa accensione a onde ritmiche dei neuroni sembrerebbe riflettere una strategia della corteccia che permetta di semplificare la coordinazione degli organi implicati nel linguaggio parlato, altrimenti estremamente complessa.
Basta poco per un piatto di pasta
Pensiamo per esempio alla differenza tra pronunciare una B e una P, un suono gutturale a labbra strette in cui poche variazioni nel movimento fanno la differenza tra un Basta e un piatto di Pasta. Il linguaggio parlato è un delicato susseguirsi di piccole variazioni di movimenti degli organi coinvolti e lo stesso vale per i neuroni motori, al punto che la risonanza magnetica funzionale non permette di registrare un’attività della corteccia così rapida. Immaginiamo dunque un'orchestra dal ritmo sincopato, nella quale i neuroni si attivano in sequenza a ritmi di centesimi di secondo, e solo l’utilizzo degli elettrodi è in grado di registrarne le velocissime variazioni.
Elettrodi e futuro
La rete di elettrodi utilizzata nei tre pazienti presi in considerazione serviva ai chirurghi per identificare i neuroni responsabili degli attacchi epilettici, ma grazie a questo studio è stato possibile non solo comprendere meglio un’attività che ci coinvolge tutti, come il linguaggio, ma anche dare conferma a altri studi di imaging, per esempio sulle similitudini che riguardano tutti gli idiomi. Inoltre, in futuro, si spera grazie a esperimenti simili di imparare a conoscere meglio l’attività cerebrale di persone affette da disturbi del linguaggio, nonché di costruire prototipi di interfacce cervello-computer per la comunicazione artificiale.