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Il cugino della Terra

L'esopianeta Kepler-186f non avrà un nome molto poetico, ma è il primo pianeta di dimensioni simili alla Terra essere stato scovato all'interno della zona abitabile di una stella.
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Il "cacciatore di pianeti" Kepler ha colpito ancora, e la sua preda è davvero notevole. Il telescopio orbitante della NASA ha scovato un altro pianeta posizionato all'interno della zona abitabile di una stella nella costellazione del Cigno, ma questa volta è un corpo celeste di dimensioni paragonabili alla nostra Terra. La zona abitabile è la regione intorno a una stella entro la quale possono esistere le condizioni di pressione e temperatura necessarie per mantenere l'acqua allo stato liquido su un pianeta. Kepler ha trovato molti mondi in queste zone, ma erano tutti molto più grandi del nostro pianeta, e in alcuni casi si trattava di pianeti gassosi. Il motivo per cui Kepler-186f (questo il nome ufficiale dell'esopianeta) si è guadagnato da solo la copertina della rivista Science è che il suo raggio è invece poco più grande di quello della Terra.
Il nostro Sistema Solare e il Sistema Kepler-186 a confronto (Immagine: NASA Ames/SETI Institute/JPL-Caltech)
A differenza degli altri quattro pianeti a noi noti del sistema, distante da noi ben 500 anni luce, Kepler-186f è l'unico abbastanza lontano dalla sua stella da trovarsi nella zona abitabile, sebbene il suo Sole sia molto più freddo del nostro: dalla stella, una nana rossa, arriva sull'esopianeta solamente un terzo dell'energia che il nostro pianeta riceve dal Sole. Sulla composizione di Kepler-186f al momento è possibile solamente speculare, poiché il telescopio può misurare solo la luminosità di questi oggetti così lontani. Anche per questo Thomas Barclay, uno degli autori dello studio, ha affermato che «possiamo pensare a Kepler-186f come a un cugino della Terra, più che come a un gemello». Trovare un pianeta così simile alla nostra casa intorno a un tipo di stella che, secondo le stime, costituisce il 70% di quelle presenti nella nostra galassia costituisce in ogni caso una pietra miliare nel campo dell'astronomia e dell'astrobiologia. Grazie alle prossime missioni NASA, come TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite) e al James Weeb Space Telescope, previste rispettivamente per il 2017 e il 2018, saremo in grado di scoprire "parenti" ancora più stretti... Immagine in apertura, una rappresentazione artistica del sistema Kepler-186: NASA Ames/SETI Institute/JPL-Caltech
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