Anton Cechov e Lev Tolstoj, due fascinosi barbuti
Se però siete maschi, di fronte a qualche collega barbuto potreste trovarvi un po’ in soggezione. Sempre secondo Barnaby J. Dixson, un vero esperto di barbe, la percezione dello status sociale e dell’aggressività da parte degli altri membri del gruppo potrebbe passare anche attraverso i peli facciali. Lo sguardo dei maschi sui propri concorrenti potrebbe quindi avere avuto un ruolo maggiore di quello delle femmine nel favorire la selezione sessuale della barba (la selezione sessuale è il processo evolutivo che favorisce i caratteri che aumentano le opportunità di accoppiamento). La barba quindi domina, ma non attrae? Può darsi, ma i risultati sono discordi. In uno studio condotto da Frank Muscarella in un’università della Florida, i volti di uomini con peli sul viso sono stati percepiti come più aggressivi, meno appaganti, meno attraenti, più vecchi e di livello sociale più basso rispetto a volti rasati. Nell’insieme si può forse concludere che il livello ottimale di mascolinità fisica, trasmesso dalla barba, potrebbe essere diverso a seconda che il risultato ottenuto sia la dominanza sociale o l'attrazione e che queste due componenti, in parte divergenti, possono spiegare la variabilità dei risultati, documentata nei diversi studi. Siamo bravi a capire che cosa può piacere ai partner potenziali? Non molto. Per esempio, in uno studio condotto ad Harvard, alcuni maschi hanno dichiarato che le donne avrebbero preferito un corpo maschile assai più muscoloso del loro, mentre in uno studio parallelo alcune donne hanno detto che preferivano il corpo di un maschio normale, senza tutti quei muscoli. Torniamo alle barbe. Tenete presente che le barbe fanno impazzire pochi scienziati al mondo. Non solo, ma i rari studi effettuati hanno un valore statistico assai limitato (pochissime persone intervistate, un campione insignificante rispetto agli oltre 7 miliardi di umani, barbuti e non). Sono poi scarsamente paragonabili, dato che almeno un altro carattere sessuale secondario, per esempio i capelli o il tono di voce, è stato studiato oltre alla barba. Insomma, con questi dati, scarsi e un po’ confusi, è arduo trarre conclusioni. Se il presente scientifico ci dice poco, possiamo guardare alla storia della barba, quanto meno per aneddoti e curiosità. Gli egizi rasavano sia le guance, sia la testa, verosimilmente per ragioni igieniche: rimuovere i peli è ancora oggi la migliore prevenzione contro infestazioni di pidocchi e odori sgradevoli (niente shampoo nel mondo antico!). I faraoni rasati esibivano però cospicue barbe finte. Eccolo là, di nuovo, il simbolo del potere… La consuetudine egizia di rasarsi fu poi adottata dai Greci e dai Romani (pare che Alessandro Magno fosse ossessionato dalla rasatura). Naturalmente tagliare la barba tutti i giorni, prima dei rasoi usa e getta, era assai pericoloso e le “armi” richiedevano una notevole destrezza a chi le usava. «Cediciano, ho prestato a Rufo, dietro sua richiesta, uno schiavetto barbiere, (ma di una perizia tale quale non l'ebbe nemmeno Talamo appartenuto a Nerone cui toccarono in sorte le barbe dei Drusi), perché gli radesse le guance. Mentre a comando torna sui medesimi peli, con la mano guidata dallo specchio, gli imbelletta la cute e insiste a lungo a cincischiare i capelli già tagliati, il barbiere mi è tornato indietro con la barba lunga», scriveva Marziale in uno dei suoi epigrammi (VIII, 52). Le botteghe dei barbieri erano gremite e popolari: le notizie e i pettegolezzi che vi circolavano facevano vincere la paura di tagli e infezioni ai più timorosi. La rasatura era fra l’altro incoraggiata nell’esercito, per evitare che i nemici afferrassero i soldati per la barba nei combattimenti corpo a corpo. Radersi andò fuori moda durante l’impero di Adriano, che pare tenesse la barba lunga per nascondere la carnagione poco gradevole del volto. Del resto, ancora oggi un po’ di pelo aiuta a coprire guance incavate e altre apparenze malaticce. Da Adriano agli hipster, le mode tornano. Sul Telegraph inglese si legge: «Il maschio moderno non solo deve gareggiare con centinaia di colleghi maschi nel mondo reale, ma deve distinguersi dalle migliaia di potenziali avversari online: un maschio ben rasato può smorzare l’interesse di donne attratte da uomini apparentemente potenti».Barbe hipster secondo Annie Ink (via Pinterest)
E le barbe dei professori? Nora Corrigan, una lettrice del Guardian inglese, ha scritto «Mi sembra che la barba sia più comune nei pochi ambienti della società che ancora apprezzano l’età e l'esperienza (per esempio fra i professori universitari), mentre la maggior parte degli altri uomini tende a coltivare un look da ragazzino». Non tutti i professori amano però la barba. Al fisico sovietico Lev Landau, per esempio, piaceva radersi con cura e per lui la barba era «un'affettazione stupida e reazionaria». Al punto che a Leningrado era capitato che fermasse qualche estraneo per strada e gli domandasse: «Mi spiega perché porta questa barba?». Neppure Luciano di Samostata si lasciava incantare dagli irsuti. Con più ironia rispetto a Landau, pare che abbia scritto: «Se i filosofi si misurassero in base alla barba, il primo posto spetterebbe alle capre». Ho cominciato a pensare a questo post dopo avere letto l’articolo di Tamsin Saxton, Hirsutes You Sir: But That Beard Might Mean More To Men Than Women, The Conversation (14/4/16). Le fonti che ho consultato sono varie e i link si trovano nel testo. La citazione di Lev Landau è tratta da Fabio Toscano, Il fisico che visse due volte (Sironi, 2008) L’immagine di apertura, con i maiali barbuti, viene da Wikipedia.