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Trasparenze anfibie

Quale vantaggio evolutivo fornisce la pelle traslucida della pancia di alcune rane tropicali? Prove non ce ne sono, ma si può fare qualche congettura.
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Se guardate attraverso la pelle traslucida della rana di vetro, vedrete degli organi talmente nitidi che vi sembreranno disegnati. PZ Myers, un evoluzionista che scrive un blog molto seguito, Pharyngula, ha detto che se fosse altrettanto bello e trasparente, andrebbe in giro nudo!

La rana di vetro è lunga poco più di una falange, abita alcune foreste del Centro- e del Sud America e vista dall’alto non ha proprio niente di speciale: è verde come quasi tutte le rane.
 
La meraviglia è sotto: le vene, il cuore, il fegato sono lì, ipnotici con i loro movimenti e le loro forme. Guardate per esempio come batte il cuore, che è grande come un grano di riso, in questo frammento di video di Discovery Channel:

Che vantaggio evolutivo può dare una pelle traslucida? Ammesso che ce ne sia uno, nessuno lo sa. Neppure Juan Manuel Guayasamin, fra i maggiori esperti di Centrolenidi (questo è il nome della famiglia di questi anfibi) e ricercatore del Centro per la ricerca sulla biodiversità e i cambiamenti climatici dell’Universidad Tecnológica Indoamérica in Ecuador.
 
La pelle trasparente è comparsa più volte nel corso dell’evoluzione e per questo si pensa che abbia conferito qualche vantaggio a chi la porta, anche se non si sa neppure come si sia originata.
 
Gli svantaggi sono chiari: una pelle che espone gli organi agli effetti deleteri della radiazione solare e del calore non svolge bene il proprio compito protettivo, tanto che la maggior parte delle rane ha pelli coprenti.
 
Qualche ipotesi sui vantaggi: i predatori sono confusi dalla trasparenza e non vedono la rana, che riflette la luce come una foglia? Oppure il beneficio viene dagli iridofori, organelli che riflettono la luce e rivestono alcuni degli organi chiave?
 
Le domande sono per ora solo congetture ed è probabile che rimarranno a lungo senza risposte. Gli esemplari di rane di vetro sono infatti rari e difficili da trovare, e fare esperimenti od osservazioni convincenti non è facile. Per ora ci accontentiamo di ammirare la bellezza di questi animali, sperando che si conservino a lungo.
 
Ho trovato ispirazione per questo post da Pharyngula e dal bel post di Robert Gonzales che ha intervistato Juan Manuel Guayasamin. L’immagine di apertura è dell'archivio Shutterstock. Se vi interessa approfondire, potete studiare la classificazione di questi animali, messa a punto da Guayasamin, mentre in questo sito trovate una collezione di foto di altri membri della famiglia dei Centrolenidi (circa 120-150 specie).

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