Tanti parlano della stampa 3D in come di una nuova rivoluzione industriale, ma c'è un altro aspetto che occorre tenere in grande considerazione: quello didattico.
Gli studenti di oggi fanno parte dei cosiddetti "nativi digitali" e sono quindi abituati a muoversi in un mondo saturato da tecnologie basate sull'informatica, ma è la scuola che dovrebbe formare pienamente il loro potenziale. Creare oggetti con una stampante 3D significa infatti vedere le proprie idee prendere velocemente una forma tangibile, ma per arrivare al risultato finale bisogna anche imparare a padroneggiare una serie di discipline. Matematica e geometria sono essenziali per poter disegnare il modello dell'oggetto, ma serve anche conoscere un po' di informatica per farlo all'interno di un programma di progettazione. Bisogna poi immaginare un oggetto che funzioni ai nostri scopi nel mondo reale, e per questo serve naturalmente la fisica.
Su queste premesse il professor Maurizio Sobrero, docente di ingegneria economico gestionale all'Università di Bologna, ha dato il via al progetto 3DMakers@School e la stampa 3d è entrata al Liceo scientifico Malpighi a Bologna. Da gennaio a marzo una ventina di studenti della scuola hanno seguito un corso pomeridiano extracurricolare, mentre nella sede distaccata del liceo a Castel San Pietro, per gli studenti che hanno scelto l'opzione "scienze applicate" dell'istituto bolognese, gli stessi insegnamenti erano curricolari, svolti all'interno delle ore di informatica e disegno. L'obiettivo del corso era dare ai ragazzi tutti gli strumenti necessari per arrivare alla realizzazione degli oggetti che hanno immaginato. Questo è stato possibile anche grazie alla collaborazione dell'associazione Makeinbo, che per la durata del corso ha messo a disposizione per ogni sede una delle sue stampanti 3d.
L'idea di unire stampa 3D e didattica arriva dagli USA col progetto
FabLab@School sviluppato dal professor Paulo Blikstein dell'Università di Stanford, ma in Italia si tratta del primo esperimento. Secondo il professor Andrea Zanellati, docente di matematica e informatica del liceo Bolognese e coordinatore del progetto, per il futuro
«l'idea è di integrare il percorso nel curriculum ordinario con disciplina capofila disegno. Si potrebbe immaginare anche un percorso su più anni. Allo stesso tempo stiamo valutando l'opportunità di aprire un laboratorio disponibile anche per gli studenti delle altre scuole del territorio. I mesi estivi ci serviranno per riflettere meglio sull'esperienza di quest'anno e capire come proseguire.»
Il prossimo autunno verranno presentati i risultati nel corso di un workshop: le scuole italiane stanno per diventare a misura di
"maker"?
Immagine in apertura: Jonathan Juursema (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons