L'impronta fossilizzata della pelle di un Adrosauro Immagine: Ryan Somma via Flickr
Come stanno le cose? Secondo i paleontologi Paul Barrett (The Natural History Museum, Londra, Regno Unito) e David Evans (University of Toronto a Mississauga, Canada), intervenuti all'ultimo meeting annuale della Society of Vertebrate Palaeontology, questi colleghi hanno volato un po' troppo con la fantasia. I due scienziati hanno infatti compilato un database della totalità di strutture tegumentarie rinvenute nei dinosauri dimostrando che le cosiddette "scaglie" sono di gran lunga le più rappresentate all'interno del clade: nel gruppo dei giganteschi sauropodi che vediamo nell'immagine di apertura, per esempio, sono state rinvenute esclusivamente scaglie e osteodermi e nient'altro che assomigli, anche vagamente, a una piuma. Per quanto riguarda invece le strutture filamentose come quelle di Psittacosaurus non esiste invece, almeno al momento, alcun elemento che autorizzi a ricondurle alla stessa origine evolutiva delle piume, per le quali quindi possiamo confermare l'evoluzione solamente in Coelurosauria.
Nelle parole che Barrett ha rilasciato a Nature News:
«Potrei arrivare a dire che tutti i dinosauri possedevano una certa caratteristica genetica che rendeva facile per la loro pelle formare filamenti, aculei e persino piume, ma con le scaglie così diffusamente rappresentate nell'albero genealogico, sembra che siano ancora queste a definire la condizione ancestrale.»
Dinosauri non così piumati
Secondo due paleontologi le piume sono una novità evolutiva esclusiva di un determinato gruppo di dinosauri, mentre il resto del clade era caratterizzato principalmente da scaglie e altre strutture tegumentarie.