C’è aria di Darwin Day. Per celebrare vi racconto qualcosa su un maratoneta dell’evoluzione: il coccodrillo. Comparso per la prima volta sulla Terra attorno a 200 milioni di anni fa, il coccodrillo è l’unico grande predatore a essere sopravvissuto più di 65 milioni di anni all’estinzione dei dinosauri.
Anche i coccodrilli comprendono evidentemente specie che si sono estinte (a questo proposito non perdetevi il bellissimo reportage di Marco Boscolo sul coccodrillo marino più antico del mondo). Ma le caratteristiche evolutive che hanno permesso ai cugini viventi di resistere così a lungo sono notevoli.
Innanzitutto il corpo del coccodrillo è un capolavoro ingegneristico che permette di controllare il livello di galleggiamento con la precisione di un sottomarino. Per immergersi è sufficiente che espirino: non appena il volume d’aria nei polmoni si riduce, cominciano a calare verso il basso. E mentre l’acqua li sommerge, una seconda palpebra protettiva si chiude sopra i loro occhi, come una maschera a discesa automatica, consentendo a questi animali di vedere sott’acqua senza alcun fastidio. Le cosiddette “lacrime di coccodrillo”, da cui si è originato il famoso detto, non sono altro che un utile lubrificante di questo meccanismo.
Per scaldarsi e raffreddarsi i coccodrilli sfruttano sole e acqua. Preferiscono le acque dolci, ma più di una specie ha colonizzato anche fiumi d’acqua salmastra, grazie a speciali ghiandole che permettono loro di sopportare a lungo il sale. E le escursioni nell’acqua salata non si limitano agli estuari, visto che più di un coccodrillo è stato avvistato in mare aperto.
I coccodrilli sanno stare immobili, ma dall’immobilità più assoluta scattano, con una potenza e una velocità da mozzare il fiato, in direzione delle prede – molluschi, crostacei, pesci, rettili, ma anche mammiferi di grandi dimensioni.
Hanno una meritata fama di killer solitari, ma possiedono anche capacità di interazione e comunicazione che sono meno conosciute. Attraverso vibrazioni muscolari i maschi emettono onde sonore a bassa frequenza, che gli esseri umani non sono in grado di percepire. Le onde si propagano sott’acqua a velocità elevata e riescono ad attirare femmine, anche a notevole distanza, che trovano quei richiami irresistibili. A volte le onde sonore attraggono pure rivali maschi, e allora l’accoppiamento è preceduto da una scaramuccia importante.
Prima di accoppiarsi maschio e femmina si scambiano carezze gentili e segnali corporei delicati. Pensando alla stazza e all’aspetto coriaceo di questi animali, è difficile immaginare tanta tenerezza. Eppure potete verificare voi stessi in questo frammento tratto da Life in Cold Blood, un documentario di Richard Attenborough della BBC:
Anche la riproduzione è straordinariamente adattabile all’ambiente e alle circostanze climatiche. In quest’altro frammento potete osservare la nascita dei baby coccodrilli a partire dalla deposizione delle uova:
Insomma, questi animali dall’aspetto preistorico hanno davvero un corredo di organi e funzioni tale da giustificare un successo durato milioni di anni. Eppure, anche queste specie potenti e longeve nel tempo non sono immuni ai pericoli di estinzione. Le cause sono più di ogni altra cosa le attività umane: lo sfruttamento commerciale della pelle per oggetti di lusso, l’inquinamento delle acque e i cambiamenti climatici.
Ho trovato buona parte delle informazioni per questo post nella trascrizione di Crocodiles! un bellissimo documentario di Sir David Attenborough, il cui video purtroppo non è più visibile sul Web. Per saperne di più sulla distribuzione geografica delle diverse specie di coccodrilli potete guardare questa mappa interattiva di NOVA-PBS. La fotografia di apertura è tratta dall'archivio Shutterstock.