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Geni e ribelli

Evgeny Rabinovich e la scienza per la pace

Dalla rivoluzione bolscevica al Progetto Manhattan, storia di un botanico innamorato della fisica, ma acerrimo nemico delle armi nucleari

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Il 2 dicembre del 1942, esattamente alle 15:25, in un laboratorio costruito in un campo da pallamano abbandonato, sotto le tribune dello Stagg Field Stadium dell’Università di Chicago, negli Stati Uniti, viene avviata una reazione nucleare a catena, che rimane sotto controllo e viene interrotta dopo 28 minuti. La data entra nella storia come l’inizio dell’era atomica. Fino a quel momento, la possibilità di realizzare una bomba atomica era incerta e nemmeno il responsabile del gruppo di ricerca che gestiva l’esperimento, Enrico Fermi, era davvero sicuro che si potesse realizzare. Evgeny Isaakovich Rabinovich, un biofisico russo, è uno dei primi a rendersi conto delle implicazioni belliche e politiche di quell’evento e passerà buona parte della sua vita a cercare di convincere il mondo che per il bene dell’umanità le armi atomiche non devono mai essere usate.

Evgeny Isaakovich Rabinovich nasce a San Pietroburgo il 27 aprile 1898 (è la data che riporta anche il figlio Alexander riporta in un articolo commemorativo del 2005). La sua è una famiglia della classe media, ma quando la città è attraversata dai moti rivoluzionari del 1917 ne diventa un sostenitore: è convinto che la Rivoluzione sia il mezzo per liberare la Russia dall’oppressione zarista e trasformarla in una nazione europea moderna. Nel 1918, però, poco prima che i bolscevichi prendano di mira i borghesi e gli esponenti della classe media come “controrivoluzionari”, Rabinovich riesce a raggiungere Kiev, la città ucraina che era già diventata un rifugio temporaneo per i membri dell'élite russa ora invisi alle forze rivoluzionarie.

L’anno seguente, però, anche Kiev viene presa dalle forze bolsceviche, così Rabinovitch e la sua famiglia sono costretti a una precipitosa e fortunosa fuga verso la Polonia. A Varsavia, impossibilitato a continuare i suoi studi in chimica e fisica, si dedica al giornalismo. Nel 1921 riesce ad arrivare in Germania e a entrare in contatto con la comunità scientifica berlinese. Qui, in particolare frequenta un corso sulla relatività tenuto dallo stesso Albert Einstein e nel 1929 viene chiamato a Gottinga come assistente da James Franck, già laureato Nobel nel 1925 assieme a Gustav Hertz per aver dimostrato l’esistenza di stati discreti di energia negli atomi di mercurio.

...e agli Stati Uniti

Ma nemmeno la Germania è un posto dove poter mettere radici per troppo tempo per Rabinovich e anche per Franck. Quando Adolf Hitler bandisce gli ebrei dalle cariche pubbliche, si ritrovano entrambi senza stipendio e in balia del razzismo nazista. Nel 1933, su invito di Niels Bohr, viene chiamato a Copenhagen. Ma l’assegno è solo per un anno. E quindi dalla Danimarca, non potendo rientrare né in Russia - oramai Unione Sovietica - né in Germania, sceglie Londra. Ci rimane qualche tempo, ma è lo stesso Franck a chiamarlo a Chicago, dove nel frattempo è diventato direttore del Laboratorio metallurgico del Progetto Manhattan. A Chicago Rabinovich arriva pochi mesi dopo l’esperimento dello Stagg Field e comincia fin da subito a esprimere le proprie perplessità sul potenziale uso bellico dell’energia atomica.

Fin dal 1943 confida le sue preoccupazioni a Franck e comincia a scrivere a Leo Szilard, un fisico ungherese che come lui è emigrato negli Stati Uniti. Szilard è uno dei cervelli che per primo aveva ipotizzato l’idea della reazione a catena nucleare ed è a capo della costruzione del primo reattore nucleare al fianco di Fermi. L’anno successivo le preoccupazioni di Rabinovich hanno il merito di convincere Robert Mulliken, direttore dell’informazione del Laboratorio metallurgico e membro di un comitato che studiava gli usi post-bellici dell’energia atomica, a includere nel suo rapporto una sezione dedicata alle conseguenze politiche e sociali. La sezione, scritta a quattro mani da Rabinovich e Mulliken, sottolinea  la necessità di costituire immediatamente un organismo sovranazionale di sorveglianza e controllo dell’uso militare dell’energia atomica.

Prima a dopo Hiroshima e Nagasaki

Nel 1945, mentre la Seconda Guerra mondiale volge alle sue fasi finali e nell’aria c’è la possibilità che gli Stati Uniti usino la bomba atomica per indurre il Giappone alla resa, Rabinovich profonde i suoi sforzi nel Franck Report. Si tratta di un documento che raccoglie le considerazioni finali di un comitato presieduto proprio da James Franck sulle conseguenze dell’uso della bomba ed era destinato alle massime autorità statunitensi. A scriverlo è proprio Rabinovich, che continua a sostenere che il suo uso deve essere preso in considerazione esclusivamente come ultima risorsa, ma che prima si devono provare tutti gli altri mezzi possibili per chiudere il confronto bellico.

"Allora a Chicago faceva un caldo insopportabile mentre camminavo per le strade della città, sono stato sopraffatto dalla visione di grattacieli che si schiantavano sotto un cielo infuocato. Bisognava fare qualcosa per avvertire l'umanità. Che fosse a causa del caldo o della mia stessa eccitazione interiore, non riuscivo a dormire quella notte. Ho iniziato a scrivere il nostro rapporto molto prima dell'alba. James Franck mi aveva dato una bozza di una pagina e mezza come suo contributo. Ma il mio trattamento della questione è diventato molto più dettagliato".
(Dichiarazione di Rabinovich contenuta in Robert Jungk Brighter Than A Thousand Suns: A Personal History of the Atomic Scientists, 1958)

Purtroppo il Franck Report e l’attività di persuasione messa in piedi da Rabinovich e dagli altri scienziati non è sufficiente a convincere le autorità militari americane e le bombe atomiche cadono su Hiroshima e Nagasaki: per la prima e l’unica volta nella storia l’energia atomica è impiegata in guerra. Un evento che ha fatto dichiarare a Robert Oppenheimer, il direttore del Progetto Manhattan, che “i fisici hanno conosciuto il peccato”.

La scienza per la pace

Già nel dicembre del 1945, Rabinovich fonda il Bulletin of the Atomic Scientists (letteralmente il “bollettino degli scienziati atomici”), una rivista rivolta a un pubblico non specialista che si occupa delle relazioni tra sicurezza, politica e scienza, in particolare sui temi legati all’uso dell’energia atomica. La rivista esiste ancora, ha anche un sito web che raccoglie interventi di scienziati ed esperti ed è oramai una vera e propria organizzazione culturale. Fin dal 1947 gli scienziati del Bulletin sviluppano un particolare indicatore, l’Orologio dell’apocalisse (Doomsday Clock), che indica quanti minuti mancano alla mezzanotte, cioè alla fine del mondo. Si tratta di un orologio metaforico che misura il rischio di una crisi militare globale in base alla analisi degli esperti del settore. La massima distanza dalla mezzanotte è stata raggiunta nel 1991, in seguito all’approvazione di un programma di disarmo da parte delle superpotenze: -17 minuti. Dal 2020 le lancette, in seguito a una costante crescita degli armamenti (non solo nucleari), sono state spostate alle 23:58:20, solo 100 secondi prima della mezzanotte.

Fin dai primi anni del Secondo dopoguerra, in quel lungo periodo di confronto tra le grandi potenze atomiche - gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica - che va sotto il nome di Guerra Fredda, gli appelli degli scienziati a non ripetere Hiroshima e Nagasaki si moltiplicano. Uno dei più famosi è sicuramente il cosiddetto Manifesto Russell-Einstein del 1955, un documento scritto dal filosofo e logico inglese Bertrand Russell e da Albert Einstein che chiedeva agli scienziati di tutto il mondo di riunirsi per discutere i rischi per l’umanità rappresentati dalle armi nucleari. I primi firmatari sono 11 scienziati di primissimo livello: Max Born, Percy W. Bridgman, Leopold Infeld, Frédéric Joliot-Curie, Herman J. Muller, Linus Pauling, Cecil F. Powell, Józef Rotblat, Hideki Yukawa, oltre a Einstein e Russell. Rabinovich non è tra queste firme, ma è una delle anime più costanti e presenti nell’iniziativa che ne segue: le cosiddette Pugwash Conferences.

Nel 1957, un imprenditore di Cleveland, Cyrus Eaton decide di finanziare il primo di questi incontri nella sua cittadina di nascita, Pugwash, nella Nova Scotia canadese. La conferenza si tiene al Thinker’s Lodge e tra i partecipanti c’è Rabinovich. A presiedere è Józef Rotblat (Einstein era morto pochi mesi dopo la pubblicazione del Manifesto). Rabinovich e Rotblat sono spiriti affini: l’uno costretto a emigrare da San Pietroburgo fino in America, l’altro a lasciare la Polonia invasa dai nazisti per trovare rifugio in Regno Unito. Prima che Eaton mettesse a disposizione i fondi, loro due avevano già elaborato da anni un’agenda per l’evento. Oggi Pugwash è un’organizzazione non governativa e un movimento che raccoglie scienziati interessati al rapporto tra scienza e politica, tra scienza e conflitti bellici. Rabinovich segue ben 26 di questi incontri, non mancando quasi mai, fino al 15 maggio del 1973 quando si spegne al George Washington University Hospital di Washington per le conseguenze di un ictus, senza aver mai smesso di lavorare per mettere gli scienziati e le loro competenze al servizio della pace nel mondo e contro l’utilizzo bellico delle loro scoperte.

Su Evgeny Rabinovich si può leggere il ricordo biografico del figlio Alexander, pubblicato nel 2005 per il mezzo secolo della fondazione del Bulletin. Il Franck Report è disponibile in rete nella sua versione originale inglese. In Rete si trova anche il necrologio del New York Times del 16 marzo 1973.
Per quanto riguarda la sua opera scientifica, l’Università di Chicago ha messo a disposizione online una guida ai suoi contributi scientifici.
Sulla storia del Pugwash Movement si può consultare la sezione “history” del sito ufficiale dell’organizzazione, dove si trovano anche tutti i documenti ufficiali e le presenze dei singoli scienziati. Sul sito del Pugwash Movement si trova anche il Manifesto Einstein-Russell.
Sul Bulletin of the Atomic Scientists, si può consultare la sezione “about us” nel sito ufficiale, dove si trovano anche tutti i contenuti liberamente accessibili.

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Rabinovich (sulla destra) con Ivan Malek e C.F. Powell a un evento Pugwash del 1969
(Immagine: Max Planck Institut - Berlin)

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L’andamento dell’orologio dell’apocalisse tra il 1947 e il 2020

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Il Thinker’s Lodge oggi (immagine: Wikimedia Commons)

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Le gradinate dello Stagg Field Museum in una cartolina d’epoca (immagine: Wikipedia)