Un accordo travagliato
I membri della Commissione per la Conservazione delle risorse marine viventi dell'Antartide (CCAMLR) hanno discusso per oltre cinque anni la proposta, avanzata nel 2012 da Stati Uniti e Nuova Zelanda, di creare una riserva marina internazionale nel Mare di Ross. I tentativi di accordo precedenti non erano andati a buon fine soprattutto a causa dei veti posti dalla Russia, uno dei protagonisti del tavolo delle negoziazioni nonché uno dei maggiori sfruttatori delle risorse ittiche della zona. Il 28 ottobre scorso a Hobart, in Australia, anche quest'ultimo ostacolo è caduto e, con il benestare russo, è stato finalmente siglato l'accordo, seppur con qualche compromesso. Mosca ha infatti ottenuto uno "sconto" sulla durata dell'intesa, 35 anni contro i 50 proposti, e sull'estensione dell'area protetta. In circa 1.117.000 km2 saranno completamente bandite le attività commerciali. Altri 322.000 km2 saranno aperti invece ad attività di pesca controllata, mentre su 110.000 km2 della riserva sarà consentita la pesca limitata di merluzzi e di krill. Questo significa che se da una parte l'area totale della riserva è la più grande al mondo, superando il Monumento Nazionale Marino di Papahānaumokuākea nelle isole Hawaii, dall'altra l'area protetta al 100% è in realtà più piccola. Inoltre, secondo le regole ferree dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, un accordo che prevede una "scadenza" - 35 anni in questo caso - non sancisce la nascita di una vera e propria riserva marina protetta, anche se si tratta sicuramente di un primo importantissimo passo di consapevolezza nei confronti della conservazione degli oceani.
L'area marina protetta nel Mare di Ross si estende per 1,55 milioni di chilometri quadrati, la più grande del mondo in acque internazionali. Le zone indicano: 1 - Protezione generale; 2 - Zona speciale di ricerca; 3 - Zona di ricerca sul krill (Immagine: Wikimedia Commons)