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Einstein, 100 anni dal Nobel

Cogliamo l’occasione del centenario del Nobel per dedicare allo scienziato più famoso del Novecento uno Speciale. Una serie di articoli di approfondimento nei quali abbiamo raccontato gli incredibili contributi scientifici, la profondità delle idee e l’eredità culturale di una autentica icona della scienza
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Shangai, 13 novembre 1922. Albert Einstein ed Elsa Löwenthal, che si sposeranno qualche anno più tardi, stanno facendo un lungo viaggio in Asia. Si trovano in estremo Oriente da alcune settimane e stanno programmando la partenza per il Giappone quando ricevono un telegramma dall’Europa. A scrivere è la Reale Accademia delle Scienze svedese e la comunicazione non lascia dubbi: Albert Einstein è il vincitore del Premio Nobel per la Fisica del 1921. Anche se siamo alla fine del 1922, nel telegramma proveniente da Stoccolma non c’è nessun errore. Il Nobel per la Fisica del 1921 non era infatti stato ancora assegnato. Il Comitato per l’assegnazione del premio aveva deciso che quell’anno nessuno dei candidati rispettasse i criteri espressi da Alfred Nobel per il conferimento della prestigiosa medaglia. In casi come quello lo statuto prevedeva che per l’assegnazione del premio si potesse attendere un anno e questo fu quello che accadde. Einstein ricevette così il Nobel per la Fisica del 1921 un anno dopo, cioè nel 1922. Questa, la motivazione:  

«per i suoi servizi alla Fisica Teorica, e in particolare per la sua scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico»

  Cogliamo dunque l’occasione del centenario del Nobel di Einstein per dedicare allo scienziato più famoso del Novecento uno Speciale, in cui abbiamo cercato di mettere in fila gli incredibili contributi forniti alla scienza, mostrando la profondità delle sue idee e l’eredità scientifica e culturale di cui ancora oggi beneficiamo.  
Albert Einstein nel 1921 (immagine: wikipedia)

Einstein e i quanti

Non si può che partire, dunque, dal Nobel per la descrizione dell’effetto fotoelettrico. La comprensione dell’effetto fotoelettrico è solo uno dei contributi di Einstein alla meccanica quantistica, della quale, a dispetto di quanto spesso si sia detto e scritto, è uno dei padri. Ripercorriamo allora le tappe principali del rapporto fruttuoso tra Einstein e i “quanti” nell’articolo Einstein e la fisica quantistica, di Paolo Cavallo.  

La rivoluzione relativistica

È innegabile, tuttavia, che la fama e la popolarità planetaria di Einstein siano ancora oggi legate alla relatività, quella ristretta del 1905 e quella generale del 1915. Una teoria che nel suo complesso ha rivoluzionato non solo i concetti di spazio e di tempo, ma ha anche determinato la concezione che abbiamo oggi dell’universo. A questa vera e propria rivoluzione scientifica (e culturale) Giulio Peruzzi ha dedicato due articoli: La relatività ristretta: l’inizio della rivoluzione di Einstein e La relatività generale: la nuova teoria della gravità.  

La relatività e le frontiere della ricerca

Se a partire dalla seconda metà del Novecento Einstein è diventato un’autentica icona pop, questo si deve anche agli aspetti più speculativi, per non dire fantascientifici, delle sue teorie. Delle conseguenze “estreme” della relatività, ma matematicamente plausibili e ammesse dalla teoria, ha scritto Sandro Ciarlariello nel suo articolo Ai confini della relatività. Un viaggio che ci porta vicini a quella che oggi è la frontiera della ricerca nella cosmologia e pone domande sul funzionamento dell'universo che non hanno ancora una risposta.  

Turbolenta vita privata

Se l’avventura scientifica è una strada dritta e lastricata di successi, la vita privata di Einstein, al contrario, segue un percorso molto più tortuoso. In particolare il primo matrimonio con Mileva Maric, che naufraga definitivamente proprio nei mesi in cui Einstein riceverà il Nobel, segnerà per i due una svolta decisiva: positiva per Albert, che potrà sposare la cugina Elsa Löwenthal, che ama da tempo; più dolorosa per Mileva, che dovrà crescere da sola due figli e non vedrà riconosciuto il proprio talento scientifico e forse un ruolo importante avuto nella formulazione della relatività ristretta. Mileva Maric: all’ombra di Albert Einstein è il titolo dell’articolo nel quale Marco Boscolo racconta questa storia.  

Pagine su Einstein

Sono centinaia i libri in lingua italiana che parlano di Einstein. Non poteva mancare dunque una breve selezione di testi, curata da Pietro Bassi nell’articolo l libri e Albert Einstein, ingegnere capo dell'Universo. Tre libri introduttivi, per entrare nell’universo della relatività in modo agevole, accompagnati da tre opere più complesse, per conoscere a fondo il pensiero e le idee di Einstein. Più un ultimo consiglio di lettura, per scoprire il volto “politico” di Einstein, quello di un pacifista convinto, impegnato per gran parte della sua vita nella lotta per il disarmo.  

Regge e la relatività in formato digitale

Abbiamo poi colto l’occasione dello Speciale per rendere omaggio a Tullio Regge, uno dei fisici teorici e relativisti italiani più importanti della seconda metà del Novecento. Oltre che scienziato di fama internazionale, Regge era anche un grande divulgatore e insieme a Federico Tibone è stato l’autore della prima opera multimediale che spiegava al grande pubblico la teoria della relatività. Uscita per la prima volta nel 1997 su cd-rom, l’opera rivive oggi in veste grafica rinnovata sotto forma di app. In Einstein a cartoni animati – Omaggio a Tullio Regge Federico Tibone ci racconta proprio la genesi e l’evoluzione di quell’opera pionieristica che riscosse grande successo.  

Einstein parla italiano

Chiudiamo infine il cerchio tornando proprio al 1921, nei giorni che vanno dal 22 al 26 ottobre. Einstein si trova a Bologna. È stato invitato dal matematico Federigo Enriques a tenere tre conferenze divulgative sulla relatività. E lo farà in italiano. Per lo scienziato tedesco quella è l’occasione per incontrare anche Tullio Levi-Civita, il matematico che gli ha fornito gli strumenti necessari per formulare la teoria della relatività generale. La storica visita di Einstein nel capoluogo emiliano, che sarà un vero momento di festa per la città, ce la racconta Enrico Bergianti nell’articolo Il viaggio di Einstein a Bologna. L’atmosfera di quei giorni ci viene restituita bene dalle parole di Adriana, la figlia di Federigo Enriques, che partecipa a quegli eventi: «l’Archiginnasio era gremito non solo di scienziati venuti da ogni parte d’Italia, ma anche di studenti di tutte le facoltà, di umili artigiani, di operai». Si tratta di una testimonianza significativa. Grazie alla quale scopriamo che Einstein, ancora prima di ricevere il Nobel, era già un’autentica celebrità.    
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