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SPECIALE CORONAVIRUS

Virus, batteri, uomini e altri disastri

Nel pieno dell'emergenza Coronavirus, facciamo un viaggio nelle pagine di Spillover, il libro di David Quammen che in maniera incredibilmente accurata ci accompagna alla scoperta del rapporto millenario tra l'uomo e i suoi patogeni. Finendo per farci riflettere sul ruolo che abbiamo nella natura
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Quando hai finito di preoccuparti di questa epidemia, preoccupati della prossima. David Quammen

    Nonostante l'iniziale scetticismo, era solo questione di tempo prima che arrivasse The Next Big One, come la chiamano da molti anni gli epidemiologi. E quando ne usciremo, sarà solo questione di tempo prima che arrivi la prossima epidemia. Potevamo essere più fortunati, ma potevamo anche essere più sfortunati, come ci ricorda la storia. Fatto è che Covid-19 (abbreviazione di coronavirus disease 19 e provocata dal virus SARS-CoV-2) è tutt’altro che “una normale influenza” e anzi ha assunto le sembianze di una vera e propria pandemia, cioè un’epidemia a larghissima estensione, senza più limiti geografici (dal greco pan, “tutto” + demos, “il popolo”).  

Salti di specie

Ma a parte gli scienziati, ci sono altre persone che non sono sorprese. Se escludiamo catastrofisti e appassionati di distopie, non sono sorpresi i lettori del libro Spillover. L’evoluzione delle pandemie (Adelphi, 2014, poi in edizione economica nel 2017, 608 pp., euro 14), scritto in modo magistrale dal giornalista scientifico statunitense David Quammen (1948), il quale, grazie a numerosi viaggi e interviste a scienziati in tutto il mondo, aveva previsto otto anni fa che la Big One avrebbe ragionevolmente potuto «venire fuori da una foresta pluviale o da un mercato cittadino della Cina meridionale». In questo libro pubblicato nel 2012 – e che rimarrà attuale per molti anni ancora – l’autore scrive dei più gravi accidenti microbici occorsi agli esseri umani negli ultimi decenni. Cosa accomuna tutte queste epidemie? Che hanno avuto origine da uno spillover, letteralmente “tracimazione”, cioè un salto di specie, dagli animali agli esseri umani, di agenti patogeni che hanno un effetto sulla salute. Quando si verifica lo spillover allora parliamo di zoonosi, cioè di una malattia che si diffonde dagli animali all’uomo, e viceversa. Con tutte le differenze del caso, ebola, malaria, SARS, aviaria, febbre Q, malattia di Lyme, herpes B, Nipah, AIDS e in ultimo Covid-19 sono tutte zoonosi, che secondo Quammen è la «parola del futuro» (futuro nel 2012, presente oggi) e tema centrale del libro. Ci sono poi zoonosi, come l’aviaria, che si diffondono solo da animale a uomo e altre, come AIDS e Covid-19 che tanto sta stravolgendo le nostre vite, che dopo il salto da animale a uomo si diffondono anche da uomo a uomo: sono questi i casi più pericolosi, perché qui subentrano la tempestività e l’efficacia delle misure di contenimento, come è avvenuto per SARS e MERS. I microrganismi patogeni delle zoonosi possono essere virus, batteri, funghi, protisti, prioni e vermi e tutti insieme vanno a formare quella che viene chiamata virosfera. E infatti a farla da padroni sono i virus, soprattutto i virus a RNA, che hanno una capacità di mutare e ricombinarsi elevatissima. Hendra, Nipah, Ebola, Marburg, febbre del Nilo occidentale, Machupo, Junin, i vari hantavirus, dengue, febbre gialla, rabbia, chikungunya, SARS, Lassa, HIV, le influenze stagionali che tutti conosciamo e SARS-CoV-2 di Covid-19 sono tutti virus a RNA coi quali l’umanità ha fatto, deve e dovrà fare i conti. Perché sono tantissimi, sono ovunque e possono combinarsi in 144 modi diversi (ecco perché il vaccino influenzale ogni anno è diverso).
I virus a RNA si replicano in fretta dentro gli ospiti e generano virioni in gran numero. Detto in altro modo, causano in genere infezioni acute, che danno gravi sintomi per un breve periodo e poi svaniscono – se prima non uccidono.[…] Ciò implica anche una forte espulsione dei virus, tramite tosse, starnuti, vomito, sanguinamento o diarrea, che a sua volta facilita la trasmissione ad altri ospiti. Questi patogeni cercano di battere sul tempo il sistema immunitario dell’organismo che attaccano […] La rapida replicazione e l’alto tasso di mutazioni forniscono un’ottima dose di variabilità genetica. Quando un virus a RNA arriva in un nuovo ospite, magari anche in una nuova specie, questa abbondante variabilità torna utile perché gli fornisce ottime possibilità di adattarsi alle nuove circostanze, qualunque siano. A volte ci riesce, a volte no. [pp. 318-319]
Pipistrelli, uccelli, scimmie, roditori. Sono solo alcuni degli animali che possono fare da ospiti intermedi o di amplificazione di questi virus che quando trovano la strada giusta per fare danni nell’uomo, cioè l’ospite finale, abbassano le sue difese immunitarie, aprendo la via anche alla proliferazione dei batteri, in una escalation la cui conclusione può essere la morte in percentuali più o meno alte.
I pipistrelli sono ospiti serbatoio straordinari. Fra i virus che possono trasmettere ci sono Hendra, Marburg, SARS-CoV e l'attuale SARS-CoV-2 di Covid-19. I pipistrelli ferro di cavallo in particolare, come quello in foto, sono involontariamente molto abili a trasmettere i coronavirus. (immagine: shutterstock.com)
 

Come mai le epidemie sembrano verificarsi sempre più spesso?

Non c’entrano sfortuna, maledizioni o destino beffardo. Il libro di Quammen è importante non solo per capire la storia, l’evoluzione, gli effetti di tutti questi patogeni, ma soprattutto per comprenderne le cause. La dura verità è che se noi esseri umani siamo gli ospiti per eccellenza, la responsabilità è soltanto nostra. Questa lezione va indagata e compresa a fondo e oggi più che mai è necessario leggere Spillover, saggio divulgativo che dimostra come la causa di tutto sia la nostra condotta di vita, sbagliata da cima a fondo.
Là dove si abbattono alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie. Un parassita disturbato nella sua vita quotidiana e sfrattato dal suo ospite abituale ha due possibilità: trovare una nuova casa, un nuovo tipo di casa, o estinguersi. Dunque non ce l’hanno con noi, siamo noi a esser diventati molesti, visibili e assai abbondanti. [p. 45]
Dopo 30 milioni di morti di AIDS, il cui virus principale ha fatto il salto a noi dagli scimpanzé (capitolo molto appassionante), come facciamo a sperare che qualcosa cambi se tutto procede uguale e peggio di prima?  

«Siamo un’esplosione, come una pandemia»

È come se i virus fossero gli strumenti che la natura adotta quando c’è un affollamento eccessivo. Alla natura gli outbreaks – ovvero le esplosioni demografiche, i sovraffollamenti improvvisi – sembrano non piacere affatto. Lo sanno i bruchi del genere Malacosoma, che in passato sono esplosi numericamente per finire vittime di un virus che li scioglieva dall’interno (più sono, più il virus si diffonde, più si ammalano e più la popolazione crolla), e lo sappiamo noi – o meglio: dovremmo saperlo – che in pochissimi decenni abbiamo raddoppiato il numero di individui sul pianeta. Dall’invenzione dell’agricoltura Homo sapiens si è moltiplicato con un fattore 333, e questo fa di noi «la più seria esplosione verificatasi sul pianeta Terra». Siamo una specie che taglia alberi a un ritmo mai visto prima, mangia animali allevati intensivamente imbottendoli di antibiotici, vive in metropoli e megalopoli che sono un monumento a quella promiscuità forzata da sovraffollamento che tanto piace ai patogeni. Come è potuta accadere Covid-19? Così. Vivendo come se la natura non esistesse, vivendo come se la natura non avesse regole e leggi da rispettare. Perciò le responsabilità non ce le abbiamo solo come specie, ma anche come individui. Nell’immediato, la responsabilità individuale consiste nel prendere sul serio ciò che sta accadendo, mettere da parte le proprie esigenze, isolarsi per non diffondere il virus e possibilmente, durante l’isolamento, leggere quanto più possibile per capire le cause di quello che stiamo vivendo e di ciò che ci aspetta in futuro, magari partendo proprio da questo libro illuminante.
Quindi prima di reagire in modo calmo o isterico, con intelligenza o stupidamente, dovremmo conoscere almeno le basi teoriche e le dinamiche di quel che c'è in gioco. Dovremmo sapere che le recenti epidemie di nuove zoonosi, oltre alla riproposizione e alla diffusione di altre già viste, fanno parte di un quadro generale più vasto, creato dal genere umano. Dovremmo renderci conto che sono conseguenze di nostre azioni, non accidenti che ci capitano tra capo e collo. Dovremmo capire che alcune situazioni da noi generate sembrano praticamente inevitabili, ma altre sono controllabili. [...] Siamo tentazioni irresistibili per i microbi più intraprendenti, perché i nostri corpi sono tanti e sono ovunque. [pp. 532-533]
È ora che ognuno di noi esamini anche «il lato scientifico della questione». SARS-CoV-2 ci sta obbligando a separare i nostri corpi uno dall’altro. Una lezione dura, che dovrebbe spingerci a rivedere l’intera organizzazione della nostra società e della nostra economia. Poiché Spillover cambia la vita e lo sguardo dei lettori per sempre, l’augurio è che questa sia una occasione per uscirne più forti di prima, più consapevoli di prima e con una sanità pubblica sempre più degnamente finanziata dallo Stato, cioè da tutti noi.
Altri libri consigliati: • Giovanni Maga, Occhio ai virus (Zanichelli, 2012, pp. 200, euro 12,30) • Clara Frontali, Virus, microbi e vaccini. Viaggio nella storia della medicina: le malattie infettive (Editoriale Scienza, 2012, 112 pp., euro 12,90. Consigliato ai più giovani)
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